Intervista a Stefano Argentero
Stefano Argentero è un animatore italiano attivo ormai dagli anni ’90, i suoi lavori, principalmente in clay motion, denotano una grande originalità. Alcune scene all’interno dei suoi cortometraggi riescono a mettere in atto una sospensione tra i personaggi che risulta spiazzante e grottesca. Il suo immaginario è stato influenzato oltre che dalla visione negli anni ’70 e ’80 dei cartoni prodotti dagli studi italiani per la Rai anche da quella di programmi televisivi e di cartoni dell’est, belgi, francesi e svizzeri che in quegli anni venivano trasmessi anche in Italia. La sua formazione è stata contaminata durante gli anni ’80 dagli studi di animazione a Torino e successivamente si è sviluppata presso il Centro Sperimentale di Roma.
Quest’anno seguirà come docente il corso di Clay Animation presso la Scuola Internazionale di Comics di Roma.
Per chi volesse conoscere meglio questo bravissimo animatore ecco di seguito una breve intervista:
Quando è nata la tua passione per la stop-motion e chi sono stati i tuoi idoli di riferimento?
Ho iniziato ad appassionarmi al cinema d’animazione a 16 anni quando studiavo grafica pubblicitaria a Torino. In quegli anni si era appena costituita l’associazione ASIFA Italia in un ufficietto che affacciava sulla collina dall’altra parte del Po, lì ho potuto visionare film di animazione di McLaren Alexeieff Reineger, della Zagreb film e del National Film Board. La passione si è consolidata piano piano, prima frequentando un corso di cartoni animati tenuto dall’artista Jane Speiser, animatrice di San Francisco stabilitasi per un periodo a Torino (con lei ho realizzato il mio primo film d’animazione che mischiava disegni animati e stop motion di oggetti: partendo dall’immagine al tratto di una statua della città le linee si scomponevano trasformandosi in tappi colorati e cotton fioc), poi approdando a Roma al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Quale corso frequentavi? Regia?
No no animazione, a quel tempo, ti parlo del biennio 1988-90, il corso di cinema d’animazione era ancora a Roma, è stato spostato a Torino nel 2001 e il docente del corso era il mitico “Giugi”, Giulio Gianini che aveva diretto e animato tutti i film con i disegni di Emanuele Luzzati con la tecnica stop motion e del découpage. Per tutti noi allievi è stata una grande fonte di ispirazione. Durante il biennio ho potuto sperimentare anche la tecnica della plastilina animata con Fusako Yusaki e conoscere i lavori della Aardman col mediometraggio Babylon ad Annecy che mi hanno spinto a specializzarmi in clay animation.
Lo studio e la pratica di questa tecnica di stop motion mi hanno portato a conoscere e apprezzare il lavoro dei più grandi artisti internazionali quali Jiri Trnka, Karel Zeman, Jan Svankmajer, Bruce Bickford, Will Vinton, Garry Bardin e di lavorare in Italia a stretto contatto dei due studi italiani specializzati in clay animation: il Misseri Studio di Firenze e lo Studio Yusaki di Corsico (Mi).
Potresti raccontarci a grandi linee quali sono stati i tuoi più grandi ostacoli e le tue maggiori soddisfazioni durante la tua carriera?
Gli ostacoli sono abbastanza scontati e ovvi e sono comuni a tutte le discipline artistiche e cioè la poca considerazione che hanno certi lavori e certe professioni qui in Italia. Inoltre quando ho cominciato io era veramente un’altra epoca, ormai veramente lontanissima con dinamiche molto differenti. Penso quindi che gli ostacoli che possono trovare oggi i giovani siano molto diversi dai miei e comunque poco legati allo specifico dell’animazione stop motion. Inoltre il mercato ormai globalizzato ti propone un più ampio campo d’azione.
Le mie prime soddisfazioni sono arrivate col film di diploma ”Eqtè” con il quale ho vinto due premi nel 1991, uno al Funny Film Festival di Boario Terme e l’altro al Festival di Hannover di Film realizzati nelle scuole di cinema europee. Ho ricevuto altri premi nel 2007 in questo caso come miglior video musicale animato col videoclip musicale di Roberto Angelini “Dicembre” al MEI e al Festival Castelli Animati, in quest’ultimo festival ricevendo anche un riconoscimento con “Pumping man – fiore di cactus” come miglior film nella web competition.
Nell’arco della mia carriera ho anche avuto l’occasione di lavorare per registi del cinema dal vero come Marco Chiarini, Alessandro Piva e Francesco Rita realizzando effetti speciali in stop-motion per cortometraggi e pubblicità.
Con l’avvento del digitale come hai saputo cogliere le novità e in che misura pensi che la tecnologia possa aver migliorato la qualità dei tuoi lavori?
L’avvento del digitale ha ovviamente semplificato ed economizzato l’approccio all’animazione in stop-motion, permettendo l’utilizzo di questa tecnica ad un numero più vasto di persone; quando ho iniziato io i corsi erano rari, come pure i testi da consultare o i Festival di settore. Le animazioni si facevano con pellicola e cinepresa ed era quindi una passione non alla portata di tutti, perseguibile solo facendo gavetta nei pochi studi sparsi nella penisola, o riuscendo ad entrare nei pochissimi corsi tra i quali quelli del Centro Sperimentale. Ora chiunque può provare la gioia di far vita ad un pupazzetto anche solo col telefono e la giusta app. Da un punto di vista più professionale, se da un lato l’animazione a passo uno è sempre la stessa da più di cento anni ormai il digitale ha cambiato metodologie e tempi di produzione.
Hai progetti in corso o futuri?
In questo momento sono occupato nella preproduzione di una serie animata insieme al giovane regista Fulvio Risuleo, queste settimane in sala col suo secondo lungometraggio “Il colpo del cane”.
Dal 2005 ho iniziato a tenere corsi di stop motion nel mio studio, il Macestudio, attivo a Roma nel quartiere Pigneto fino al 2014 e nelle scuole di vario grado. Dopo una parentesi francese durata cinque anni, a Parigi ho insegnato animazione nelle scuole e nei “Centres d’animatIon” ad adulti e bambini sono ora tornato a Roma dove insieme alla Scuola Internazionale di Comics abbiamo aperto per l’anno accademico 2019/20 il primo corso annuale, in Italia, interamente dedicato alla tecnica della stop motion.