Intervista al giovane artista Flavio Zampaloni

Oggi incontriamo un giovane artista visivo nato a San Benedetto del Tronto e laureato in pittura presso l’Accademia di Belle Arti.

Egli porta avanti la sua particolare poetica abbracciando più rami dell’arte visiva, dalla pittura all’illustrazione. dalla scultura al fumetto. I suoi lavori sono visionabili nel suo blog personale, dove il suo primo video è in stop-motion, Flavio ce lo segnala e noi siamo più che felici di condividerlo nel nostro blog augurandoci che questo sia il primo di una lunga serie.

 

ultimo 01 1 from astrotrickster on Vimeo.

 

Qual’è il tuo medium preferito?

Ultimamente la china, ma anche il laborioso olio, il peluche e naturalmente la manna è il computer.

 

Quanto credi sia importante il colore in un’opera è perchè? Hai una tua teoria sui colori?

Dicono che i colori nei sogni sono molto rari, che quando raffiorano si limitano ad evidenziare un particolare, ammantandolo del suo simbolismo, io credo di sognare a colori; ho sempre avuto un certo disagio a vedere i colori, ho verso di questi un approccio prelinguistico, istintivo, spesso sono incasellato dentro la categoria dei daltonici, ma credo che il mio problema maggiore sia quello di non riuscire a dare un nome ai colori. Se si esclude la saturità che solo posseggono alcuni dittatoriali colori artificiali, abituarmi a definire un colore con il suo nome comune è stato un addomesticamento che non ho raggiunto in trenta anni, l’oggetto illuminato ai miei occhi appare sempre brulicante di colori differenti, un flusso di sinergia.

Ciò che in passato apparteneva alla sfera mistica della rappresentazione del divino, parliamo della pittura antica, ora partecipa al linguaggio allucinatorio dell’arte che aderisce al reale e lo trascende .

L’utilizzo che faccio dei colori appartiene forse a tutto questo, al mondo televisivo e a quello ideale, alla fede psichedelica e al mio congenito daltonismo.

 

Artista figurativo-surreale-cosmico, come ti definiresti?

Definirsi è sempre imbarazzante, a chi me lo chiede consiglio di vedere un mio lavoro, attingo da ciò che mi piace, dai miei limiti, da tutto e niente.

 

Cosa ti ha spinto a far muovere il tuo immaginario attraverso una stop-motion? Continuerai a farne altre?

Volevo realizzare questa idea, di dar “vita” all’inanimato, implicarlo nella profondità dell’esistenza, quando ho finito di dissemblare il peluche ho avuto la chiara sensazione che quell’oggetto fosse morto, il transfert che avevo con l’oggetto apparteneva alla mia memoria, non era più presente nel’oggetto perché questo aveva perso la sua forma unica, è quel che succede quando un’esistenza a cui eravamo abituati scompare, più o meno è la sensazione che mi piacerebbe aver trasmesso, confido di non sembrare blasfemo.

Spero di aver con me pazienza e costanza, ma soprattutto una buona e semplice idea per poter realizzare un nuovo stop-motion…(ma sopratutto spero di non sembrare di essermi preso troppo sul serio).

I suoi lavori sono visionabili nel suo blog personale