Intervista a Mammafotogramma

Lo studio Mammafotogramma è composto da 5 ragazzi con uno spiccato senso artistico che abbraccia svariati settori, molto presenti soprattutto in ambito video e animazione. Lavorano molto bene esplorando soluzioni interessanti sotto molti aspetti, sia dal punto di vista del design che della ricerca stilistica e donando un tocco di genuina e sperimentale creatività ai loro lavori.

Ed ecco per loro alcune domande:

Chi sono i membri di Mammafotogramma?
A Mammafotogramma siamo in 5 Gianluca Lo Presti (regista, animatore, costruttore), Giulio Masotti (architetto, scenografo, inventore), Marco Falatti (scultore, puparo, animatore), Federico Della Putta (illustratore, storyboarder ) ed Ettore Tripodi (disegnatore, pittore, scenografo). Siamo tutti classe 1985, la nostra formazione è varia, Gianluca ha frequentato il CSC, Marco, Federico ed Ettore erano all’accademia di Belle Arti, Giulio è laureato in Architettura.

E’ molto interessante vedere la sinergia che c’è tra la le varie espressioni creative. Come è nata precisamente la volontà di lavorare anche nel mondo del design?
La natura eterogenea del nostro gruppo ci ha sempre portato ad andare oltre la singola specificità delle nostre competenze, ibridando l’operato dell’uno con quello di tutti. Il film stà stretto relegato nella cornice del fotogramma e invade lo spazio assumendo altre forme, indagando nuovi significati, coinvolgendo altri sensi. Da questo approccio al lavoro nascono ambienti sensibili, oggetti di design, architetture animate.

Quanto incide la tecnica della stop-motion nel vostro lavoro e sotto quale forma prediligete utilizzarla (puppets – urban motion – etc..)?
La tecnica della stop-motion è per sua natura multidisciplinare ed è sempre stata molto affine al nostro modo di operare. Scegliamo le tecniche in funzione del progetto che vogliamo realizzare, non siamo legati ad una in particolare, è l’idea che ci suggerisce quali utilizzare.

Il lavoro sullo zootropio è stato tra quelli che ci ha particolarmente colpiti, ci potreste parlare del progetto?
Lo zootropio è il chiaro esempio di un’animazione che fuoriesce dalla “gabbia” del riquadro cinematografico ed invade lo spazio, un’ottima summa di quello che dicevamo poc’anzi.Il più interessante che abbiamo realizzato è sicuramente quello per l’allestimento della mostra “Al gran sole carico d’amore”, un percorso interattivo dedicato all’omonima opera di Luigi Nono, in questo caso la dimensione scenotecnica dello zootropio rievocava a meraviglia il carattere e le atmosfere dell’opera, unendo luce, movimento e musica in un unicum magico e coinvolgente.

The Zoetrope from MammaFotogramma on Vimeo.

Quali animatori che vi hanno segnato particolarmente?
La lista potrebbe essere molto lunga, ma per citarne qualcuno sicuramente tra i nostri preferiti abbiamo Jan Svankmajer, Norman McLaren, Brouce Brickford, Oskar Fishinger.

Quali sono le difficoltà maggiori che avete incontrato (o che incontrate abitualmente) e cosa desiderereste per renderlo migliore?
La grossa difficoltà per chi fa il nostro mestiere in Italia oggi è che non esiste più un’industria del cinema d’animazione. La richiesta c’è, ma spesso non ci sono i mezzi economici per sostenere realmente i progetti. Le nuove tecnologie hanno incredibilmente abbassato i costi di produzione permettendo anche a piccole realtà come la nostra di intraprendere imprese fino a pochi decenni fa impensabili, però questa “facilità” spesso è un boomerang. Anche i mezzi di comunicazione hanno avuto un’espansione esponenziale che richiede di conseguenza una produzione di contenuti mai vista prima, c’è la necessità di “riempire” spazi comunicativi in continua espansione, questo comporta inevitabilmente un abbassamento (se non un crollo…) della qualità media dei progetti ed anche dei budget.Aggiungiamoci una gestione politica che pianifica investimenti con scarsa lungimiranza ed ignora sempre di più la sfera culturale considerandola (a torto) di scarso rendimento economico.Ritagliarsi una nicchia di mercato che consideri la qualità dell’opera, del lavoro, delle condizioni di lavoro e del processo nel suo insieme è difficile, ma non è un’esclusiva dei “tempi moderni”, è sicuramente sempre stato difficile, per cui noi continuiamo curiosi e convinti della nostra direzione.

YOGURT FATTO IN CASA from MammaFotogramma on Vimeo
www.mammafotogramma.it