Władysław Starewich
Nato a Mosca nel 1882, Władysław Starewich è considerato tra i primi puppet animator.
Pare infatti che prima di lui, quando il cinema era agli esordi, nessuno avesse mai realizzato animazioni con figure tridimensionali.
Fu abbastanza singolare il modo in cui Starewich si avvicinò al cinema d’animazione. In prima battuta infatti fu un appassionato di scienze naturali, direttore di un Museo di Storia Naturale in Lituania, si avvicinò alla macchina da ripresa come documentarista con una particolare attenzione verso il mondo degli insetti.
Il desiderio di documentare la vita degli insetti in molti casi non era possibile, poiché alcuni di loro, come ad esempio un coleottero (denominato cervo volante) con abitudini alla vita notturna, non avrebbero potuto essere ripresi in condizioni normali. Fu così che a Starewich venne l’idea di animare questi insetti morti. Le articolazioni degli insetti vennero rese mobili grazie a della cera e il regista con zelo si preoccupò di compiere i movimenti in maniera rigorosamente scientifica.
“La battaglia dei cervi volanti” fu per lui motivo di gran soddisfazione che lo spinse a variare il suo stile da documentaristico ad artistico-narrativo.
Dal primo decennio del ‘900 iniziarono ed essere diffusi i suoi cortometraggi animati come quelli della “La Bella Lucanide” – “La cicala e la formica” – “La nascita degli abitanti della foresta” (conosciuto anche con il titolo inglese The night before Christmas) – “La vendetta del cameraman”.
Proprio in questi anni iniziarono a fare incursione i primi personaggi marionetta che il regista introdusse al posto degli insetti che però non abbandoneranno del tutto l’immaginario di Starewich.
Dagli anni ’30 in poi realizzò animazioni sulla trama dei grandi classici della letteratura. In uno stile molto didascalico e preciso, raramente Starewich tentò delle proprie rivisitazioni delle storie narrate.
Questo grande regista si preoccupò soprattutto di curare al dettaglio la parte animata introducendo il mestiere del modellista d’animazione. Ma come tutti i grandi animatori egli fu anche creatore di una nuova estetica che nel corso dei decenni continua a lasciare il segno anche nelle produzioni contemporanee.